Le rotaie della rivolta
Aldo Sormani
“Tutto ha inizio dal ritrovamento di due quadernetti, con i fogli a quadretti piccoli, come si usava una volta a scuola, che iniziano così: I miei primi passi nell’Impero Cinese La rivolta dei Boxer 1900. Nel risvolto di copertina, con una grafia piccola, non invadente, quasi a non disturbare troppo, ma sottolineato, scritto nel 1910” scrive Aldo Sormani. È il racconto tratto dal diario del nonno, Gabriele Pagani, costruttore, nato a Cerano Intelvi, in provincia di Como, il 1° gennaio 1877, che raccolse in poche pagine la descrizione del suo periodo più traumatico vissuto in Cina, nella prima metà del 1900, quando dovette abbandonare i lavori che aveva in corso sulla linea ferroviaria Paoting Fu-HanKau per la improvvisa rivolta dei Boxer. Ne seguì una fortunosa e rocambolesca ritirata con tutti i suoi compagni di lavoro fino a Tient-sin. Non lasciò il paese, come le altre delegazioni europee, ma si fermò a Tient-sin (ora Tianjin) dove fu coinvolto nella battaglia che si scatenò per difendere la città, punto strategico per lo sbocco al mare della capitale cinese. La costruzione del libro è un po’ anomala. Sulle pagine di destra ti trova il diario e il suo plot narrativo, trascritto fedelmente dall’originale, con solo pochi, piccoli interventi per rendere più scorrevole la lettura. In quelle di sinistra, ci sono dettagli storici e geografici per collocare meglio la vicenda ma anche idee in libertà, nate oggi - cent’anni dopo - che riprendono in parallelo analoghe circostanze o situazioni. Emergono le motivazioni diverse che portavano e portano al viaggio in cerca di "fortuna" o di una nuova esperienza, all’eterna ritrosia italiana nei confronti dello studio ma alla grande capacità di far trionfare la pratica alla teoria... Mondi e tempi a confronto.