Vincenzo Fiorito: io sono la mia storia
Donato Ladik Formato: 176 pagine a colori
L’umana avventura di Vincenzo Fiorito conferma la sua identità di artista e la sua creatività con una nuova, ampia personale che raccoglie il lavoro svolto negli ultimi trent’anni e che questo catalogo illustra e compendia. È un segno indubbio di fecondità lungimirante e di perpetuo vigore pittorico il lavoro sin qui svolto e ci indica un artista dalle molteplici sfaccettature, non catalogabile ma di rapida attrattiva. Al di là delle tecniche, della varietà dei soggetti, della felicità espressiva quello che conta, io credo, è la testimonianza che Fiorito dà della propria passione e della continua ricerca nel mondo dell’arte. Una passione e una ricerca che sono anche una presa di coscienza della vita e del suo significato. Con ammirevole continuità e costanza quotidiana, Fiorito ci regala il suo personalissimo diario di esperienze, illusioni e sperimentazioni che rende il linguaggio della sua pittura più vero, più essenziale e insostituibile. La capacità artistica di Fiorito evidenzia il desiderio di cogliere sempre meglio la forma plastica di ciò che vede, delle emozioni ricevute che gli permette di sottrarsi alla serialità del prodotto artistico, raggiungendo con naturalezza una propria libertà di espressione. Immaginazione vivida di composizioni in cui l’umanità perpetua i suoi riti, ne interpreta i fermenti, le afflizioni, le inquietitudini e le crudeltà di un’epoca che cannibalizza se stessa. La vitalità pittorica narra messaggi, metafore e contenuti che, pur lasciando intravedere un fine, una morale risolutoria non si ergono mai a insegnamento aristotelico, ma indicano un umile monito di partecipazione alla promozione della condizione umana. Un uomo che intende l’arte come espressione spontanea e sociale: dedicare alle tematiche dei ricordi, di fatti e circostanze personali, ampie pagine della sua produzione artistica è come mettere a nudo la propria coscienza e il proprio trascorso; rendendo un omaggio alle genti del sud è come se lo estendesse a tutti gli emigranti del mondo. Fiorito utilizza mezzi espressivi di una manualità che non è soltanto tecnica, ma incontro della mano col sentimento. La padronanza di fattori spaziali, prospettici e volumetrici non porta soltanto a significati formali, ma dà la percezione di una comunicazione universale di adesione ai fatti umani per recuperare con vitalità ed ottimismo la piena gioia di vivere. Nel bene e nel male dipingere è raccontare e raccontarsi; l’importante è farlo, come nello specifico di Vincenzo Fiorito, sempre con serietà, sincerità, modestia e professionalità. L’aver voluto allestire questa mostra di nutrita produzione artistica, che attraversa gli ultimi trent’anni della nostra storia, è un giusto riconoscimento ad un artista poliedrico che rappresenta tradizione ed innovazione: “Coltivo un conservatorismo critico e innovativo, costruisco nel tempo quello che può definire e determinare la mia differenza.” Donato Ladik, Curatore della mostra